Con la
pietra del Carso è stata scolpita una statua, a Verona, in memoria
di Carlo Ederle,
decorato con la medaglia d'oro e tre d'argento al valor militare.
Maggiore in età giovanissima, al Settimo reggimento artiglieria da
campagna, nacque a Verona il 29 maggio 1892. Combatté sul Carso e
morì sul Piave per le ferite riportare in combattimento il 4
dicembre 1917. «Capo degli osservatori di artiglieria della III
armata – si legge nella motivazione – era solito superare ogni
limite di sacrificio e di ardimento, sia nell'assolvere i suoi
particolari compiti, sia nel partecipare di propria iniziativa alle
azioni di fanteria. Fante tra i fanti, compagno incomparabile tra
inferiori ed eguali, animatore di uomini e di masse. Tre volte ferito
e tre volte decorato».
A Giovanni
Camozzini è dedicata una via
in Borgo Trento. Maggiore del Nono reggimento di fanteria, nacque a
Verona il 9 giugno 1869. Morì sul San Michele del Carso per le
ferite riportate in combattimento, il 28 ottobre 1915. Due medaglie
d'argento e una d'oro al valor militare per il «costante e fulgido
esempio di coraggio, calmo e sereno sempre anche nei momenti più
critici». Camozzini seppe infondere ai suoi soldati «la calma, la
fiducia, l'ardire» durante il recupero del vessillo del battaglione,
lacerato dai colpi del nemico. Pochi giorni dopo morì sul campo,
all'attacco di posizioni avversarie.
Tolosetto
Farinata degli Uberti,
capitano di corvetta in servizio attivo nella regia marina, nacque il
6 aprile 1876 a Verona e scomparve in mare, nell'Alto Adriatico,
nella notte tra il 14 e il 15 luglio 1916. «Comandante del
sommergibile “Balilla” – si legge nella motivazione – in un
lungo e strenuo combattimento notturno contro siluranti nemiche,
sebbene la sua nave fosse posta quasi subito in decise condizioni di
inferiorità per i colpi ricevuti e le gravi avarie si accaniva
eroicamente nell'impari lotta». Dopo quaranta minuti di
combattimento disperato, affondò col sommergibile crivellato dai
colpi di artiglieria e squarciato da un siluro «destando nello
stesso nemico senso profondo di ammirazione».
La
provincia, infine, annovera Felice
Chiarle, maggiore del Terzo
reggimento artiglieria da montagna, nato a Peschiera del Garda il 7
ottobre 1871. Morì a Trambileno, nel Trentino, il 18 maggio 1916.
Di lui si scrive: «Comandante di un gruppo di artiglieria da
montagna in sussidio alle fanterie, e mancando di capitano una delle
sue batterie più esposte, ne assumeva personalmente il comando, che
tenne per quattro giorni sotto l’intenso bombardamento nemico e
fino a quando gli vennero distrutti tutti i pezzi». Riportò una
ferita alla spalla e una alla testa, ma non volle lasciare i suoi
uomini e la posizione, cadendo poi sul campo durante un assalto alla
baionetta a Trambileno.
cerco la menzione di mio padre insignito della medaglia d'argento al valor militare allora in vita di arcole veronoa
RispondiEliminaPer i caduti è stato fatto un albo d'oro. Per i viventi non so se ci siano registri. Suo padre come si chiamava? In quale reggimento era?
RispondiEliminaMio padre si chiamava Gettulio Mansoldo
EliminaSul portale http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/ ci sono tutti gli elenchi e la motivazione. Da Arcole risulta Mansoldo Gettulio, carabiniere. m.a.v.m.: Congratulazioni e saluti. FP
RispondiEliminaGrazie per l'informazione G. mansoldo
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