Al via oggi, fino a domenica, il Festival internazionale èStoria di Gorizia con il tema «Italia mia»
Le rose in fiore nei giardini, il tintinnare delle tazzine dalla Cicchetteria e il via vai di gente che pian piano si accalca alle tende
Apih ed Erodoto, alle bancarelle di libri e alla Leg, la Libreria
editrice goriziana cuore pulsante della manifestazione. È il
carattere informale il tratto distintivo del festival internazionale
«èStoria» di Gorizia che quest'anno celebra lo Stivale, innalzandolo a tema transnazionale, con l'edizione «Italia mia», al via oggi fino a domenica.
Un accrescere di attività collaterali
agli incontri con storici, giornalisti ed editori di caratura ha
innalzato il festival da quel lontano «La storia in testa» di oltre due
lustri fa, ma non ne ha scalfito la natura. Così, su una panchina
dei giardini o per strada, gli spettatori possono incontrare autori e
studiosi di fama internazionale e farci due chiacchiere.
Il filo conduttore del festival,
voluto e diretto da Adriano Ossola, è da sempre un concetto comune
ai Paesi del mondo, dalla guerra alle migrazioni, dagli eroi ai miti.
Quest'anno, invece, si rifletterà su un tema «che non può lasciare indifferenti», spiega
Ossola: «l'identità italiana».
Per quattro giornate circa 150 eventi
animeranno Gorizia tra convegni, presentazioni, incontri con
l'autore, spettacoli, mostre, film e le immancabili bancarelle di
libri allestite dalle librerie della città nei giardini pubblici.
«La manifestazione vuole portare al centro della scena la storia
come motivo di dialogo e Gorizia come luogo d’incontro - continua
Ossola - Crediamo che la riflessione sull’identità italiana sia
il tema politico-storiografico più rilevante di oggi, in un tempo
che accelera le trasformazioni, gli equilibri geopolitici mondiali e
in cui qualcuno prefigura l'inabissamento definitivo della nazione».
Il festival dunque sfiderà i suoi
visitatori a interrogarsi su un tema complesso da affrontare «senza
retorica o assunti pregiudiziali, smontando stereotipi e luoghi
comuni ma chiedendosi allo stesso tempo quali ne siano le origini».
Come si coniuga l'essere italiani con l'amore per il campanile e gli
spiccati sentimenti di appartenenza? Quale dialettica può rivelarsi
costruttiva per superare l'apparente contrasto tra Europa e
sentimento nazionale? Sono alcune domande cui si cercherà di dare
risposta con i 200 ospiti tra storici, giornalisti, studiosi, autori,
artisti e testimoni.
Non cambia la struttura del festival
incardinato sulle diverse sezioni a cominciare dalla principale «Italia mia» che sarà inaugurata ufficialmente domani alle 18.30, nella tenda Erodoto, dal giornalista Gian Antonio Stella con l'incontro «Patria, patrie, patrimonio».
Tra le novità, il premio alla
Divulgazione storica consegnato per la prima edizione ad Alberto
Angela.
Molti i giornalisti, gli autori e gli
storici di casa a èStoria come Claudio Magris, Alessandro Marzo
Magno, Alessandro Barbero, Massimo Teodori, Fulvio Salimbeni, Mimmo
Franzinelli, Raoul Pupo, Sergio Romano, Antonio Carioti. E ancora
Bernard Guetta, Nigel Newton, Gilles Pécout, Simon Dunstan, Marco Travaglio, Simonetta Puccini,
Massimo Cacciari, Elena De Curtis, Marco Revelli, Ernesto Galli Della
Loggia, John Dickie e molti altri per parlare della lingua italiana,
dell'età repubblicana, dell'Istria e delle figure di donne e uomini
che hanno reso illustre l'Italia.
Sono molti i fatti storici da ricordare
nel 2017 nella sezione «Anniversari» da quelli della Grande Guerra
alla rivoluzione russa del 1917, dalla guerra dei Sei giorni del 1967
ai funerali di Giovanni Falcone nel 1992, dall'insurrezione di
Palermo del 1860 alla strage di Piazza della Loggia nel 1974.
«èStoriaCinema» percorrerà l'asse
temporale con i film e non mancheranno «Trincee», dedicata dal 2014
al primo conflitto mondiale, «La storia in testa» per parlare delle
nuove pubblicazioni, «Giovani» e «Scuole» con appuntamenti
dedicati e le gite fuori porta di «èStoriaBus».
Per il programma completo clicca qui.
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