È il 1917.
L'8 febbraio un giovane tenente alpino, che diventerà dopo la guerra
uno dei maggiori prosatori del Novecento, è giunto a Verona. Ha
preso una stanza in una pensione privata, in via Scrimiari 44, della
famiglia Contolini. A colazione e a pranzo va al Circolo Militare. È
Carlo Emilio Gadda, partito per il fronte due anni prima,
arruolandosi volontario nel 5° Alpini, 470° reparto mitragliatrici.
22 agosto 2014
L'Archivio Liberati di Villafranca
A
oltre quarant'anni dalla sua morte, Verona resta una seconda casa per
Carlo Emilio Gadda (nella foto vestito da alpino, col fratello Enrico), legato alla città scaligera per diversi aspetti.
Era nato a Milano
nel 1893, morì nel 1973 a Roma, dove visse per molti anni in via
Blumensthil 19, sepolto poi al cimitero del Testaccio. Ma suo
cognato, Paolo Ambrosi, marito della sorella Clara, aveva una villa a
Cavalcaselle. La madre, Adele Lehr, aveva vissuto a Verona e nel
1930, proprio qui, Gadda pubblicò su L'Arena la recensione de «Il
vento tra le case», opera
dell'amico
Tecchi Bonaventura che
aveva conosciuto durante la prigionia in Germania.
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