Silvia De Ambrosi |
29 luglio 2020
Silvia De Ambrosi, luce del carcere agli Scalzi
18 maggio 2020
Raccontare la follia
Sulla nevrosi di guerra, ma anche sui
preziosi scrigni di storie che sono gli archivi storici, ho scritto
un nuovo saggio: «Una finestra sulla Grande Guerra. Soldati e donne
al San Giacomo». È pubblicato nel volume miscellaneo a cura del
Dipartimento di Culture e civiltà dell’università di Verona. Qui la recensione dell’Arena del primo maggio.
Frugando tra 37.642 cartelle cliniche,
dal 1880 agli anni Settanta, rivivono persone sepolte nella memoria
del San Giacomo, l’ex manicomio veronese ieri sinonimo di sciagura
e vergogna, oggi tassello di storia della città caro a chi ci vive
attorno. E riapre un caleidoscopio di finestre sulle vite che da qui
sono passate, il volume «Raccontare la follia» a cura di Marina
Garbellotti, Emanuela Gamberoni e Silvia Carraro, del dipartimento di
Culture e civiltà dell’università di Verona, che hanno composto
una task force di studiosi per completare una miscellanea pubblicata
da Cierre.
10 febbraio 2020
Gente di Fiume
In occasione del Giorno del ricordo, pubblico qui un articolo che ho scritto un paio di anni per Verona Fedele, su input di un amico che voleva saperne di più...
Gente di Fiume. Senso di
responsabilità, maniche rimboccate, testa alta, bocca chiusa per non
recriminare – pur senza mai dimenticare – e voglia di chiudere un
capitolo per ricominciare, sempre però restando italiani. Questa è
la storia di tante famiglie dei quasi 350mila italiani di Istria,
Venezia Giulia e Dalmazia che tra il 1943 e il 1954 un giorno
lasciarono la loro casa per ritirarsi all'interno dei nuovi confini
disegnati per l'Italia: un salto nel buio dopo inaudite sofferenze e
persecuzioni. Il 10 febbraio, con la Giornata del Ricordo si
testimonia quell'esodo, ma anche la storia di un «popolo» che è
riuscito a ritagliarsi un piccolo spazio, nei nuovi luoghi di
approdo, lasciando un segno della sua operosità. Come quello donato
a Verona.
Molte sono le attività avviate o
gestite dagli esuli. E chi ama il cinema sappia che sedendo sulle
poltrone della spaziosa sala cinematografica Fiume gode del frutto
del lavoro di un gruppo di esuli fiumani che lo eresse nei primi anni
Sessanta.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Dove parlo di storia questa settimana
Martedì 3 dicembre alle 21 chiacchiero su Lucia con la professoressa Isabella Roveroni . Saremo al centro sociale di Quaderni di Villafranca...
-
Da L'Arena , 13 dicembre 2017 , p.52 di Maria Vittoria Adami La figura esile, gli occhi scuri espressivi, i capelli castani racc...
-
«Quante di queste strade di montagna, che ora le automobili di lusso, per il piacere di tanti oziosi, percorrono in fretta lasciandosi d...
-
Fumano ancora le caverne di monte Arzan, le polveriere tedesche. I cittadini di Avesa nella notte del 25 aprile 1945, con don Giuseppe G...