2 marzo 2015

Grande Guerra, le quattro medaglie d'oro di Verona

Verona, tra i suoi soldati, annovera quattro medaglie d'oro al valore militare. Tra i 7.500 caduti scaligeri sui campi di battaglia della Grande guerra ci sono Carlo Ederle, Giovanni Camozzini e Tolosetto Farinata degli Uberti di Verona e Felice Chiarle nato a Peschiera.


Con la pietra del Carso è stata scolpita una statua, a Verona, in memoria di Carlo Ederle, decorato con la medaglia d'oro e tre d'argento al valor militare. Maggiore in età giovanissima, al Settimo reggimento artiglieria da campagna, nacque a Verona il 29 maggio 1892. Combatté sul Carso e morì sul Piave per le ferite riportare in combattimento il 4 dicembre 1917. «Capo degli osservatori di artiglieria della III armata – si legge nella motivazione – era solito superare ogni limite di sacrificio e di ardimento, sia nell'assolvere i suoi particolari compiti, sia nel partecipare di propria iniziativa alle azioni di fanteria. Fante tra i fanti, compagno incomparabile tra inferiori ed eguali, animatore di uomini e di masse. Tre volte ferito e tre volte decorato».

A Giovanni Camozzini è dedicata una via in Borgo Trento. Maggiore del Nono reggimento di fanteria, nacque a Verona il 9 giugno 1869. Morì sul San Michele del Carso per le ferite riportate in combattimento, il 28 ottobre 1915. Due medaglie d'argento e una d'oro al valor militare per il «costante e fulgido esempio di coraggio, calmo e sereno sempre anche nei momenti più critici». Camozzini seppe infondere ai suoi soldati «la calma, la fiducia, l'ardire» durante il recupero del vessillo del battaglione, lacerato dai colpi del nemico. Pochi giorni dopo morì sul campo, all'attacco di posizioni avversarie.

Tolosetto Farinata degli Uberti, capitano di corvetta in servizio attivo nella regia marina, nacque il 6 aprile 1876 a Verona e scomparve in mare, nell'Alto Adriatico, nella notte tra il 14 e il 15 luglio 1916. «Comandante del sommergibile “Balilla” – si legge nella motivazione – in un lungo e strenuo combattimento notturno contro siluranti nemiche, sebbene la sua nave fosse posta quasi subito in decise condizioni di inferiorità per i colpi ricevuti e le gravi avarie si accaniva eroicamente nell'impari lotta». Dopo quaranta minuti di combattimento disperato, affondò col sommergibile crivellato dai colpi di artiglieria e squarciato da un siluro «destando nello stesso nemico senso profondo di ammirazione».

La provincia, infine, annovera Felice Chiarle, maggiore del Terzo reggimento artiglieria da montagna, nato a Peschiera del Garda il 7 ottobre 1871. Morì a Trambileno, nel Trentino, il 18 maggio 1916. Di lui si scrive: «Comandante di un gruppo di artiglieria da montagna in sussidio alle fanterie, e mancando di capitano una delle sue batterie più esposte, ne assumeva personalmente il comando, che tenne per quattro giorni sotto l’intenso bombardamento nemico e fino a quando gli vennero distrutti tutti i pezzi». Riportò una ferita alla spalla e una alla testa, ma non volle lasciare i suoi uomini e la posizione, cadendo poi sul campo durante un assalto alla baionetta a Trambileno. 

5 commenti:

  1. cerco la menzione di mio padre insignito della medaglia d'argento al valor militare allora in vita di arcole veronoa

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  2. Per i caduti è stato fatto un albo d'oro. Per i viventi non so se ci siano registri. Suo padre come si chiamava? In quale reggimento era?

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  3. Sul portale http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/ ci sono tutti gli elenchi e la motivazione. Da Arcole risulta Mansoldo Gettulio, carabiniere. m.a.v.m.: Congratulazioni e saluti. FP

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